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Il 14 agosto 2018 crollava il ponte Morandi a Genova portandosi con sé la vita di 43 persone che si erano trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato.

I funerali solenni si svolsero il 18 agosto alla Fiera di Genova: uno dei due vicepremier, Salvini, era occupato a scattare selfie, la specialità della casa, l’altro, Di Maio, urlava e giurava che “quelli i nostri ponti e le nostre autostrade non li gestiranno mai più”. A meno di due anni da quel tragico giorno il ministero delle infrastrutture ha annunciato che la gestione del nuovo ponte di Genova è affidata ad Aspi, la società della famiglia Benetton che gestisce dall’alba dei tempi la Società Autostrade. Nel febbraio del 2019 Danilo Toninelli era il titolare del dicastero delle infrastrutture, in quota 5 Stelle, il quale precisò che una volta ultimato il ponte Morandi andava consegnato al titolare della concessione autostradale. I titolari ad oggi sono ancora i Benetton, la revoca non è mai arrivata nonostante i proclami di Di Maio e di tutto il Movimento penta stellato. Come mai visto che i grillini hanno fatto parte dei due governi Frankenstein, il primo gialloverde, il successivo giallorosso? Che ci sia stata una gestione e una manutenzione all’acqua di rose della rete autostradale, tutta tesa a spremere la gallina dalle uova d’ora in barba ai contribuenti, lo capisce chiunque, anche l’ultimo degli imbecilli che ha trovato uno strapuntino in parlamento (per la verità ce ne sono tanti). Ci sarà un processo, ma potete scommetterci che andrà tutto in prescrizione, come accade spesso quando ad essere processato è un gruppo di potere forte e influente che si presenta nelle aule con una vagonata di avvocati, pronti a dare battaglia e ad attaccarsi ad ogni cavillo. La Società Autostrade ha già versato qualcosa come 60 milioni di euro di indennizzi, e ha fatto capire di essere pronta a mettere nuovamente mano al portafoglio. Per questi oligarchi nostrani tutto si quantifica in denaro, anche la vita di 43 esseri umani. Oggi i giornali concentrano la loro attenzione soprattutto sulla mancata coesione e sulla divergenza di vedute dell’asse PD-5 Stelle, un governo tenuto insieme da un elastico sfilacciato che rischia di cadere al prossimo colpo di tosse. A me poco interessa la questione politica, vorrei che fosse fatta giustizia per quelle vittime innocenti, processare i responsabili di questo disastro e mettere fine alla gestione privata dei beni di pubblica utilità, uno scempio tipicamente italiano. L’inaugurazione del nuovo ponte Morandi è prevista per i primi di agosto, i rappresentanti dell'Aspi, i Benetton e i politici abbiano la decenza di astenersi dal fare passerella, compreso il premier Conte che adesso fa finta di cadere dalle nuvole come se fosse l’ultimo degli uscieri di Palazzo Chigi. Se hanno ancora un briciolo di dignità è bene che restino tutti a casa.