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Prosegue l’inesorabile calo demografico in Italia, il report dell’Istat ci dice che al 31 dicembre del 2019 la popolazione presente all’appello ammonta a 60.244.639, quasi 189 mila in meno rispetto ad inizio dello stesso anno.

Praticamente è come se, appena alzati una mattina, ci accorgessimo dell’improvvisa scomparsa di una città delle dimensioni di Modena, inghiottita nel nulla. Se andiamo avanti di questo passo degli italiani resterà solo una vaga ricordanza, e non sempre saranno ricordi piacevoli visto il considerevole numero di cervelli ottusi che respirano la stessa nostra aria. Le cause principali della prossima estinzione sono due, la prima è che la precarietà economica ha tolto la sicurezza a gran parte della popolazione. Oggi mettere al mondo un figlio significa imbarcarsi in spese economiche gravose, per molti insostenibili. E’ triste ma è così. Non esiste più un posto lavorativo che possa ritenersi sicuro, siamo un popolo di precari, a meno che uno non si candidi come senatore o deputato dopo aver fatto la gavetta a vendere bibite e noccioline allo stadio tra i tifosi, allora sei a posto. Per il resto sono cipolle per tutti. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica, nel 2019 in Italia registriamo 1 milione e 674 mila famiglie e 4 milioni e 593 mila individui in condizione di povertà assoluta, numeri che tolgono il sorriso a chiunque.

La stragrande maggioranza delle coppie concepisce un figlio e poi si ferma. L’Italia si sta trasformando in un paese di figli unici, l’unica speranza è che crescendo non diventino come Lapo Elkann, altrimenti la fine sarà largamente anticipata. Il secondo motivo del decremento lo intercettiamo nei cattivi pensieri che gravitano nella nostra testa dalla mattina alla sera, che poi è un po’ la derivazione della prima causa. Infatti oltre che con il portafoglio le coppie italiane devono fare i conti con l’aria che tira, pessima, per non dire irrespirabile. Il nostro è un paese imbruttito, rancoroso e sempre più ignorante, governato da una classe (si fa per dire) politica che in un paese civile sarebbe addetta alla concimazione dei campi agricoli, forse neanche quello. Siamo bersagliati da post, servizi televisivi, interviste e altre forme di comunicazione stracolmi di rabbia, alla continua ricerca di un capro espiatorio al quale addossare la colpa di tutti i malesseri che ci affliggono. La responsabilità è sempre di qualcun altro: il vicino di casa, l’avversario politico, gli stranieri, i gay, i comunisti, il commissario tecnico della Nazionale, Papa Bergoglio, il traffico, le scie chimiche (l’elenco sarebbe lungo, mi fermo qui…). Qualcuno vorrebbe far credere che fino a ieri abbiamo vissuto in una specie di paradiso terrestre, come se l’Italia non avesse mai conosciuto la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la corruzione politica, l’inefficienza dell’apparato statale paralizzato dalla burocrazia, l’intolleranza, i pregiudizi, le stragi di stato, la P2, le sentinelle bigotte, Barbara D’Urso… insomma credo che non ci siamo mai fatti mancare nulla. Eppure il messaggio che una parte politica vuol far passare è che il sacro suolo italiano va difeso dall’invasione dei disperati, i responsabili di tutti i nostri mali. Poi accendi la tv e ti ritrovi a sentire l’autorevole opinione di un Briatore o di un Fabrizio Corona qualunque su politica, riforme elettorali ed economia, e allora a quel punto ti rendi conto che nella nostra penisola non ci sono più segnali di vita intelligente, siamo oltre la frutta, siamo alla grappa aromatizzata buttata giù nella speranza di digerire dopo aver mangiato pesante. Ci troviamo nel bel mezzo di una brutta discesa e ci siamo accorti da un pezzo che i freni sono rotti. Uno potrebbe anche decidere di saltare giù dal carrozzone ed emigrare in Finlandia, dove purtroppo fa freddo, d’accordo, ma è uno dei tanti paesi molto più civili e vivibili del nostro. Non arriverà mai il giorno in cui un politico italiano ammetterà di aver sbagliato assumendosi la responsabilità dei propri errori, farà prima il pianeta terra ad esplodere distrutto da una pioggia di meteoriti, non credo che manchi tanto. Nel frattempo continuiamo a goderci lo spettacolo d’arte varia, tra saltimbanchi, imbonitori e domatori di presunte bestie feroci, in questo paese di figli unici…