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A sette anni di distanza dall’affitto di Ponte Vecchio a Firenze la storia si ripete./

I renziani perdono il pelo ( più che altro i consensi..) ma non il vizio. Dopo l’imbarazzante vicenda che nel 2013 aveva visto l’allora sindaco Matteo affittare Ponte Vecchio a Luca Cordero di Montezemolo, presidente della casa automobilistica Ferrari,  per una cena privatissima e con ospiti selezionatissimi  tra cui (ça va sans dire) lo stesso primo cittadino di Firenze,  l’epigono in minore del rottamatore della sinistra Dario Nardella, ha voluto concedere il bis. Come riportano Tommaso Montanari su “il Fatto Quotidiano” e Federico Giannini sul sito “finestre sull’arte”, dal 23 agosto al 5 settembre il museo di Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria hanno chiuso al pubblico per consentire l’allestimento della sfilata degli stilisti Dolce & Gabbana nel salone dei cinquecento e una cena in piazza (così privata che l’associazione stampa toscana ha fatto sapere che ai giornalisti è stato negato l’accredito). Il tutto, come sette anni fa, in barba alla concezione del patrimonio artistico come bene comune al servizio dei cittadini ( turisti e non ) e senza considerare che Palazzo Vecchio è anche il Municipio del capoluogo toscano e sede di uffici amministrativi e di servizi per i fiorentini. L’attuale sindaco ha avuto almeno l’accortezza,rispetto al suo straripante predecessore, di accordare il permesso prima che l’evento si svolgesse e non ratificarlo a cose avvenute ( nel 2013 la cena sul ponte degli orafi e delle gioiellerie si svolse il 30 giugno ed emerse poi che il permesso per lo svolgimento era stato firmato il primo luglio ). In compenso la giunta Nardella ha pensato bene di applicare uno spettacolare sconto all’azienda dei due stilisti esentandoli dal pagamento totale degli oneri legati all’utilizzo di ambienti monumentali  e riducendo del 50% l’imposta COSAP (occupazione suolo pubblico) battendo così in breccia il predecessore, che dall’evento offerto alla casa di Maranello aveva ricavato 30.000 euro pur avendo dichiarato che ne sarebbero arrivati 120.000, necessari a finanziare le vacanze dei bambini disabili da parte del Comune cui i fondi erano stati sottratti dai cattivoni del governo di Roma ( da verifiche successive taglio mai avvenuto e fondi mai pervenuti). Comunque sia Nardella & C. hanno applicato tariffe di favore come avrebbe potuto fare un qualunque piccolo borgo sconosciuto, prono e riconoscente verso le eccellenze nazionali che davano lustro alla città. Peccato che Firenze non abbia certo bisogno per farsi conoscere che i due bravi sarti di alta moda la mettano sulle copertine del mondo. Firenze  è universalmente nota anche perché ha avuto la fortuna di avere, in epoche ormai remote,  governanti e principi illuminati, mecenati veri, artisti di livello mondiale che ne hanno fatto uno dei centri storici più belli del mondo. Sulla base di queste considerazioni ci verrebbe da pensare che dovrebbero essere coloro che possono giovarsi  di un simile palcoscenico a pagare e non solo le imposte normalmente previste ma anche il diritto allo sfruttamento di una immagine che è già molto più “glamour”di qualunque marchio vi si possa affiancare. E invece no, si piagnucola imploranti sulla “importante vetrina” e “sulle opportunità offerte all’artigianato fiorentino” dall’abbinamento con Dolce & Gabbana e si chiudono musei e monumenti manco si fosse tornati ai tempi della signoria ( che però i monumenti li costruiva e non li sfruttava e basta) ..Ahi Fiorenza ! Avrebbe ancora scritto Dante che sdegnoso volta ancora di più il viso come dalla sua statua in Piazza Santa Croce …