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Ancora scandali in Vaticano /

Non può non destare scalpore nel 2020 la decisione di Papa Francesco di destituire non solo dall’incarico ma anche dalla porpora un cardinale. Non siamo più nell’epoca in cui i titoli prelatizi erano frutto di mediazioni e trattative politiche tra le grandi famiglie, quando poteva bastare l’elezione al soglio di un candidato “nemico” per precipitare le fortune di un alto prelato. Adesso a far premio dovrebbero essere la competenza in materia teologica e le qualità cristiane, eppure un breve escursus su quanto sta accadendo e quanto è accaduto tra le antiche mura del Vaticano sembra smentire, dolorosamente per chi ha delle fede un’idea prima di tutto etica, che sia cambiato qualcosa rispetto al passato. La vicenda che vede coinvolto il cardinale ( ormai ex ) Becciu, si dipana lungo percorsi di corruzione e malversazione che avrebbero fatto invidia al “mariuolo” Mario Chiesa. Soldi sottratti all’obolo di S.Pietro ( che dovrebbe utilizzarli per compiere opere di carità nel mondo) per speculazione edilizie a Londra o per favorire familiari, affari almeno dubbi in Angola... Ma è solo la punta di un iceberg che ha dimensioni inquietanti. Basta una rapida consultazione in rete per trovare notizie di indagini per doppia fatturazione sui lavori di restauro della cupola di S.Pietro, il sistema dei conti cifrati inventato da Monsignor Donato De Bonis attraverso cui passarono i denari della maxi-tangente Enimont, ancora speculazioni immobiliari ad opera di membri dello Ior e l’assoluta opacità dell’Istituto che ha portato gli U.S.A. a classificare il Vaticano come paese ad alto rischio riciclaggio. Chi aveva provato ad “aprire la finestra” era durato poco nel palazzo di Via della Conciliazione ( Gotti  Tedeschi, banchiere di lungo corso appositamente chiamato per sistemare adeguatamente la normativa antiriciclaggio della banca, venne rapidamente rimosso). Ed ancora  l’attico di 390 metri quadri acquistato dal cardinale Bertone nel 2015, e le indagini nel 2016 sulle malversazioni del cardinale di Savona attraverso l’Istituto per il Sostentamento  del Clero e giù, giù, fino al Marcinkus eminenza grigia della vicenda Banco Ambrosiano-Calvi. Quanto rappresentato non è, evidentemente, il peccato di un singolo. Questo è un sistema e se l’hanno evidenziato bene i libri di Gianluigi Nuzzi, nemmeno questi sono serviti a disinnescare lo smodato appetito di tanti uomini che per l’abito che indossano dovrebbero essere simbolo di onestà, trasparenza, carità e generosità. Contro questo sistema lotta dal momento della sua investitura Papa Francesco, ma spesso è isolato ed ancor più spesso attaccato da chi, a dispetto dei voti pronunciati, ha fatto ormai della difesa dello “status quo”, del privilegi e della ricchezza i veri valori cui ispirare il proprio operato. Nel 2019 ben 40 studio di teologia hanno attaccato il Pontefice dandogli dell’eretico per le posizioni di apertura e rinnovamento assunte. E’ noto che, soprattutto nell’America di Trump, vi sia un vasto movimento anti-papalino ispirato dal più vieto e triste conservatorismo, un movimento che non manca di trovare sponde anche in Italia nella politica e non solo. Tutte persone che non hanno più niente, tranne l’esteriorità, da spartire con quanto predicato da Gesù Cristo, che non riconoscono l’accoglienza ma elevano muri, che non perdonano ma alzano l’indice, che non comprendono ma giudicano. Da tempo hanno travisato il significato della loro missione da quella di pastori di uomini ( ed il pastore, come dice la parabola, protegge e va a ricercare anche una sola delle pecore perdute) a quella di gestori del potere. La parola è stata convertita in valuta: “Sinite obolus venire ad me” .