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Lo sciagurato 2020 lascerà in eredità al 2021 altri 5 milioni di poveri, i quali andranno ad aggiungersi agli 8 milioni già esistenti.

In totale registriamo qualcosa come 14 milioni di persone che in Italia non riescono a garantirsi neanche l’essenziale, ovvero il pasto, l’affitto, un telefono e un mezzo di locomozione. Sono numeri impressionanti, che fanno rabbrividire, ma i dati dell’Istat non sorprendono, che tirava una brutta aria lo si capiva da un pezzo. Bastava fare un giro nel centro delle città per vedere fondi sfitti anche nelle tradizionali strade dello shopping, lì dove una volta i commercianti si contendevano i fondi a suon di milioni. Tra aprile e maggio la Caritas ha registrato 446 mila richieste d’aiuto da parte di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. La domanda sorge spontanea: è solo colpa del Covid e dei lunghi giorni di lockdown? La sensazione è che la pandemia abbia dato la spallata decisiva ad una economia già debole e malata. Il ceto medio, quello che una volta comprendeva la maggioranza degli italiani che vivevano una vita più che dignitosa, si è impoverito. Facciamo riferimento ai lavoratori autonomi, ai precari e anche dei dipendenti che con il passare degli anni si sono ritovati con la busta paga sempre più leggera, se non leggerissima. E’ nata la working poor, coloro che erano da tanti anni in condizioni di criticità con il lavoro e che adesso vedono maledettamente complicarsi l’esistenza. In Italia l’unico sostegno garantito dal governo è rappresentato dal reddito di cittadinanza. Negli ultimi nove mesi i beneficiari sono aumentati di 600 mila unità, arrivando a toccare quota 3 milioni. Il problema è che non arriva a tutti coloro che ne avrebbero davvero bisogno, spesso finisce nelle tasche di chi non versa in condizioni di povertà, perché è stato concepito in maniera cervellotica. Da ministri che fino a pochi anni fa vendevano noccioline e bibite gassate allo stadio non c’era da aspettarsi nulla di meglio. Per milioni di italiani sarà un bianco Natale, ma non perché il 25 dicembre è prevista la neve, semplicemente perché faticheranno a mettere in tavola un pasto decente. Altro che brindisi, cenoni e regali sotto l’albero. Una cosa è certa: chi è sulla tolda di comando naviga a vista. La sensazione è che prima o poi la nave Italia andrà in rotta di collisione con un iceberg, e allora quel giorno saranno guai seri. Sul Titanic l’orchestra continuò a suonare fino a quando non si inabissò. Più o meno quello che sta accadendo oggi, l’orchestra continua a suonare ma nessuno ha voglia di ballare…