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Cristiano Rossi da circa due anni è il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “N. Rezzara” di Carrè, in provincia di Vicenza.

Martedì 9 febbraio c’è stata la presentazione online, attraverso la piattaforma Google meet, della nuova scheda di valutazione che prevede il passaggio dai voti decimali agli indicatori di obbiettivi di apprendimento. Questo evento è stato organizzato per spiegare ai genitori la nuova pagella che si presenta all’apparenza un po' complicata rispetto a quella precedente. Un momento di partecipazione importante al quale hanno aderito la maggioranza dei genitori, circa 200, un numero importante, a testimonianza di quanto l’iniziativa sia stata apprezzata dalle famiglie. Verso la conclusione dell’incontro ha improvvisamente preso la parola uno sconosciuto che si era introdotto nella piattaforma, presentandosi con una bestemmia. Il preside si è immediatamente scusato con i genitori provvedendo ad espellere l’interlocutore. Purtroppo nel giro di pochi secondi i disturbatori sono diventati una ventina, l’evento era sotto attacco di persone che avevano pianificato l’azione nei minimi particolari. Sono volate offese nei confronti dell’istituto, del preside e di tutto il personale docente. Gli improperi hanno avuto come sottofondo le note di “faccetta nera” senza far mancare materiale pornografico e slogan inneggianti al razzismo e all’omofobia. Dal momento che collegati c’erano non soltanto i genitori ma anche i bambini Cristiano Rossi ha invitato tutti ad abbandonare la riunione avvertendo gli assalitori che avrebbe denunciato l’accaduto alla polizia postale. Niente da fare, quelli espulsi rientravano velocemente continuando nel loro bieco proposito, proseguendo in maniera sempre più violenta e intimidatoria. Un po' come se fossero entrati in una sala da incappucciati e avessero imbrattato le pareti con slogan irripetibili. Cercando di preservare i bambini da tanta violenza gratuita la maggior parte delle famiglie ha accolto l’invito del preside a disconnettersi. Sono rimaste soltanto una cinquantina di persone adulte a dare supporto al dirigente scolastico, per non lasciarlo in balia di questi vandali. Dopo una ventina di minuti l’attacco è terminato, lasciando i genitori attoniti e scandalizzati da ciò che era successo, i quali hanno cercato di trasmettere tutta la loro solidarietà al preside. “Stavo spiegando - spiega Rossi - come avrebbero potuto leggere nella pagella se il proprio figlio fosse competente nel calcolo piuttosto che nella geometria o nella logica e suggerivo loro di leggere la pagella accanto ai loro figli dando valore all’impegno dei bambini con rinforzi positivi. A quel punto sono iniziate le incursioni, prima con bestemmie e poi con l’escalation del repertorio delle offese che ben conosciamo: istituto di m..., comunisti di m... e via crescendo. Non so cosa avessero voluto contrastare se non la scuola, il luogo in cui si fa cultura e dove si impara a ragionare e a diventare cittadini liberi. Forse a loro dà fastidio questo...”.

Tutti sono stati concordi con il definire fascista questo brutto episodio, non solamente per la diffusione della tristissima “faccetta nera”, ma soprattutto per il tenore degli interventi e dei contenuti. “Tutto questo purtroppo non ci sorprende – continua Cristiano Rossi – è in perfetta linea con la totale deriva di intolleranza portata avanti sui social anche da personaggi politici nazionali”. Il preside del Rezzara tiene anche a precisare con fermezza che “non siamo di fronte ad un episodio classificabile come goliardico, quello che abbiamo subito è stato un attacco studiato e pianificato nei minimi particolari, portato a termine da una ventina di persone incuranti dei danni emotivi che inevitabilmente avrebbero causato ai minori collegati in diretta con i genitori. E’ stata presentata una denuncia ai Carabinieri di Thiene contenente tutti i dettagli che possono aiutare i militari nell’identificazione degli autori di questo gesto violento e gratuito”. Il preside è riuscito a risalire all’identità di uno soltanto degli assalitori, un soggetto che dal suo profilo facebook denota una palese appartenenza a gruppi dell’estrema destra. Piena solidarietà è stata espressa dai sindaci dei comuni del territorio vicentino, i quali hanno pubblicamente chiesto che le indagini sull’accaduto vengano svolte con la massima attenzione. Rabbia mista a sconcerto, incredulità, ma anche la triste constatazione del livello raggiunto da quel nauseabondo universo composto da gruppi che si ispirano alle ideologie nazifasciste. Il preside ha inviato una lettera a tutti i genitori spiegando tutte le azioni intraprese e ha inoltre messo a disposizione la psicologa della scuola a supporto delle famiglie e dei bambini che hanno assistito impotenti a questa indegna manifestazione, un trauma che andrà affrontato con le dovute cautele. “Occorre instaurare un percorso educativo per impedire che i contenuti dell’attacco non vengano veicolati all’interno dei gruppi WhatsApp - conclude il preside Rossi - finendo poi inconsapevolmente per amplificare e diffondere slogan che inneggiano al razzismo, all’omofobia e al fascismo. E’ fondamentale che ci sia una maggiore responsabilizzazione di tutti i cittadini, ma in particolare di coloro che hanno cariche importanti e rivestono un ruolo chiave all’interno della società civile. Altrimenti si rischia di alleggerire, e finire con il considerare questi fatti come goliardate. Siamo davanti ad un evento traumatico, che ancora a distanza di giorni mi provoca una forte tensione emotiva. Occorre però ribaltarlo e trasformarlo in una opportunità di riflessione importante per tutta la nostra comunità”.