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Qualcuno ha fatto del motto “Me ne frego” la propria filosofia di vita.

Me ne frego, come recitava una celebre canzonetta in voga nel corso del ventennio, "non so se ben mi spiego, me ne frego, con quel che piace a me". Era l’Italia di Mussolini, piena di retorica e di antipolitica. Gli avversari politici venivano additati come antitaliani. Sono trascorsi cento anni, tanta acqua è passata sotto i ponti, ma la parola d’ordine è sempre la stessa: “Me ne frego”. La storia che stiamo per raccontarvi si svolge ad Arezzo e ha il suo inizio ai primi di agosto, subito dopo il decreto legge con il quale il governo Draghi impone l’obbligatorietà del Green Pass nei luoghi pubblici. La piscina comunale di Arezzo è gestita da qualche anno da Valter Magara del Centro Nuoto Chimera, il quale pochi giorni dopo l’uscita del decreto legge attacca un cartello all’entrata dell’impianto e annuncia ai quattro venti che il Green Pass per accedere alla piscina non è richiesto. Come spesso accade in questi tempi la foto del cartello viene pubblicata sui social e di conseguenza si scatena il gorillaio dei commenti, chi da una parte lo applaude e chi dall’altra lo deride. Dal momento che l’impianto è di proprietà del Comune di Arezzo non si fa attendere l’intervento dell’assessore allo sport Federico Scapecchi, il quale ribadisce l’obbligatorietà dell’esibizione del Green pass come richiesto dal decreto legge, ma dal gestore nessun passo indietro. Trascorrono i giorni e arriviamo a lunedì scorso 20 settembre, quando riaprono i battenti i corsi di nuoto e tutte le altre attività collaterali. L’assessore ritorna sull’argomento con decisione riaffermando che non saranno tollerati comportamenti contrari alla legge: “Al netto del fatto che sia un impianto comunale, noi sappiamo che questa è una normativa nazionale che per alcune attività, all’aperto e al chiuso, ha imposto l’obbligo del Green Pass. Questo non vuol dire essere vaccinati – puntualizza Scapecchi – il Green Pass si può acquisire anche con un tampone negativo, oppure con la guarigione se qualcuno ha avuto la sfortuna di prendere il covid. Chi non è d’accordo con questa legge se ne deve fare una ragione, può esprimere il suo dissenso ma deve rispettare le normative vigenti, nessuno è autorizzato ad infrangere la legge. Per accedere alla piscina comunale, come in tutti gli altri impianti sportivi della città, è necessario esibire il Green Pass e il gestore deve provvedere a controllare. Chiunque contravvenga a questa legge rischia sanzioni e chiusure”.  È un fiume in piena l’assessore, il quale rafforza il messaggio: “Continueranno i controlli, soprattutto adesso che sono partiti i corsi di nuoto e la piscina sarà inevitabilmente affollata, e se non avverrà un cambiamento di rotta da parte del gestore ci saranno sanzioni”. C’è da ribadire che il decreto è già diventato legge, c’è stata la conversione la scorsa settimana, anche se va precisato che il decreto-legge è un atto normativo di carattere sì provvisorio da parte dell'ordinamento giuridico italiano, ma che ha forza di legge. Viene adottato in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo ai sensi dell'art. 77 della Costituzione della Repubblica Italiana. È probabile che il signor Valter Magara abbia un urgente bisogno di un ripassino della carta costituzionale. Ma purtroppo non è l’unico, abbondano i virologi e i costituzionalisti laureati alla rinomata facoltà “Abocconi”, il pezzo di carta che si acquisisce dopo una mezz’oretta di navigazione su internet. Stando a indiscrezioni e al cartello che è rimasto affisso all’entrata il gestore della piscina sembrerebbe ancora irremovibile nella sua posizione, secondo lui il certificato medico sarebbe più che sufficiente, in barba ai decreti e alla sicurezza di coloro che frequentano l’impianto di viale Gramsci. Abbiamo contattato il Magara per farci spiegare le ragioni del perdurare di questa scelta, purtroppo la risposta è stata la seguente: “Non è per scortesia ma al momento non ho dichiarazioni da fare”. Prima ha scatenato un vero e proprio putiferio mediatico, annunciando che se ne sarebbe infischiato della legge e di chi le promulga, adesso si barrica dietro un incomprensibile silenzio stampa. Nei prossimi giorni scatteranno i controlli, pertanto restiamo in attesa di capire come reagirà l’intrepido gestore appena fioccheranno le prime multe. Di ricorsi contro il Green Pass se ne sono registrati tanti, ma fino ad oggi sono stati respinti, come nel caso del Tar del Lazio che pochi giorni fa ha bocciato i ricorsi di alcuni rappresentanti del personale scolastico che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal Ministero dell'Istruzione con cui è stata stabilita la disciplina in materia di possesso di certificazione anti-covid. Anche il Tar della Sardegna ha risposto picche al ricorso dei 173 sanitari no vax che non si erano vaccinati ed erano stati sospesi, non torneranno al lavoro. In molti indossano un comodo “Me ne frego”, veste elegante, sta bene su tutto, ti fa distinguere dagli altri senza il grosso sforzo di aprire bocca ed esprimere quattro parole in fila. L’impressione è che, piaccia o non piaccia, di questi tempi rischia di passare di moda. Ad Maiora!