Bercia nei social con noi!

Manca una settimana alla celebrazione dell’annunciato trionfo dell’estrema destra in Italia. Sembra ormai che niente possa impedire l’espansione vittoriosa del “fil noir” che corre dall’Europa settentrionale al mediterraneo . Del resto una campagna elettorale così sgangherata da parte della sinistra ( o centro sinistra che dir si voglia) non poteva certo avere ambizioni di successo, al massimo di contenimento. Peccato che anche questo obiettivo appaia quanto mai lontano, giocato al tavolo delle liti con i Cinquestelle,  delle scissioni con Calenda ( che costerà il recupero a nuova vita del dannosissimo di Rignano), distinguo tra le stesse forze della residua coalizione che si impernia sul quel che resta di quel vascello fantasma che si ostina a chiamarsi PD. Non che manchino le incomprensioni anche sull’altro fronte, con un Salvini che arranca verso il naufragio del 10% o meno e Berlusconi caricatura di sé stesso sui social. La differenza sostanziale però sta nel fatto che da quella parte il consenso che perdono i due confusi alleati pare dirigersi senza indugi verso la fiamma mai sopita di Giorgia Meloni, mentre nel centro e sinistra è una gara a dichiarare che semmai accadesse l’impossibile comunque non si vorrebbe governare con questo o con quello. Livello del dibattito desolante. Fesserie a raffica e gara delle promesse irrealizzabili ( se non a condizione di squassare definitivamente i conti  dello Stato con il “rischio Grecia” dietro l’angolo).  In realtà alla fine si dovrà, perché questa è l’essenza della democrazia, accettare l’esito delle urne senza “trumpismi” né vittimismi. Volendo la partita ricomincia il 26 settembre. La linea di politica economica del nuovo esecutivo è già tracciata. Non da Giorgia Meloni ma dall’Europa e nonostante le dichiarazioni roboanti a beneficio della pancia dei suoi elettori . Da quella strada non si esce  a meno di non volerne pagare salate conseguenze. Qualcosa però la nuova maggioranza che dichiara di voler cambiare faccia al paese dovrà pur farla. Qualcosa che soddisfi il modello ideale ed identitario del proprio elettorato, in particolare di quello  storico. I temi su cui si eserciterà la forza ottenuta dal voto saranno presumibilmente quelli dei diritti civili; dagli immigrati all’aborto, dalle droghe leggere al reddito minimo ( chiamatelo come volete) ai diritti Lgbt alla amministrazione della giustizia. In questi ultimi giorni Lega e FDI si sono contraddistinti per il  voto a favore di Orban, il cinico razzista che governa l’Ungheria, con Salvini che non ha mancato di dichiarare che in fondo su certi temi di politica familiare i magiari hanno adottato provvedimenti che lui ritiene molto migliori dei nostri ( come l’aberrante decisione- che puzza di sperimentalismo neonazi- di obbligare le donne che chiedono di abortire ad ascoltare preliminarmente alla conferma della loro decisione il battito cardiaco del feto?). Ci sarà bisogno di  alzar barricate e levar gli scudi contro ciò che verrà non domattina ma probabilmente molto presto. Almeno su questo possiamo sperare di trovare una consonanza di civile progressismo capace di ribaltare il moltiplicarsi delle iniquità? O si dovrà prima azzerare il nulla che stiamo tristemente osservando mentre si trascina verso il ceppo elettorale ?