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Per il premier britannico Boris Johnson è certamente una sconfitta umiliante.

Il calciatore inglese del Manchester United Marcus Rashford, 22 anni, ha costretto Johnson a una clamorosa marcia indietro su un tema molto delicato, quello dei bambini poveri in Inghilterra, una piaga gravissima e spesso invisibile.
 
Due giorni fa il giovane attaccante dello United e della nazionale inglese inizia a postare una serie di tweet contro la povertà minorile, che in estate potrebbe aggravarsi a causa della chiusura ufficiale delle scuole, e che avrebbe come conseguenza l’impossibilità per 1,3 milioni di bambini di poter mangiare a mensa o di avere un buono pasto utile per far fare la spesa ai propri genitori. E’ incredibile che un Paese civile e ricco come il Regno Unito debba ancora oggi fare i conti con questi problemi, eppure la realtà è questa, ed è davvero triste. Per oltre un milione di bambini delle zone più disagiate oltremanica il pasto caldo a mensa è fondamentale. Per molti di loro, purtroppo, l’unico pasto della giornata.
 
Rashford due giorni fa chiede pubblicamente al premier Boris Johnson di estendere anche per l'estate il programma dei buoni pasto per i bambini più poveri. Si tratta di buoni settimanali di 15 sterline (quasi 17 euro) per ogni bambino, che possono essere spesi anche in un supermercato. Una misura che costerebbe circa 120 milioni di sterline (oltre 134 milioni di euro).
 
Johnson inizialmente si oppone, dice di no, che non se ne parla neanche per sogno. La giustificazione alla risposta negativa è che il governo ha già speso quasi 70 miliardi per le famiglie più in difficoltà durante la pandemia. Parte una mobilitazione online, cresce la protesta, il talentuoso attaccante ha colto nel segno, i cittadini inglesi isono indignati. La pressione mediatica, su un tema così drammatico, diventa travolgente, a tal punto da indurre anche alcuni deputati conservatori a chiedere apertamente al premier di cedere e di acconsentire all’estensione del programma dei buoni pasto. Il leader laburista Keir Starmer cavalca l’onda della protesta, il governo è alle strette.
 
E così arriva il colpo di scena, con Johnson costretto ad una umile e pietosa retromarcia. Il popolo dei social esulta vittorioso. Rashford su Twitter commenta particolarmente emozionato: “Non so cosa dire, davvero. Guardate che cosa possiamo fare quando siamo uniti. Questa è l’Inghilterra nell’anno 2020”. Partita chiusa: Rashford 1 - Johnson 0