Bercia nei social con noi!

Meno male che Piantedosi c’è. Lui si che sa valutare e pesare gli interventi dello Stato e dare l’esempio di come le Istituzioni, quelle con la I maiuscola, possono e sanno difendersi dal pericoloso assalto delle folle invadenti traghettate (eufemismo) sulle nostre coste. Lui si che con fermezza ministeriale sa dire quale sia l’atteggiamento e la considerazione giusta davanti alla scelta drammatica di lasciare il proprio paese per cercare di avere una vita più che nuove opportunità giacché dove vivono di vita non si può parlare più. Risuonano forti e stonate le parole di questo signore, che per (dis)avventura è anche ministro dell’interno davanti alla strage di Cutro: “ La disperazione non può mai giustificare condizione di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli”. Adesso sappiamo che Piantedosi possiede anche la bilancia, certamente infallibile, con la quale si misura la disperazione della gente. Lui non avrebbe fatto, come la famiglia afgana di cui racconta il reportage dell’inviato de “La Stampa”, una raccolta dei risparmi di famiglia per far fuggire dalla violenza dei Talebani la figlia ed il figlio. Il suo “senso di responsabilità” lo avrebbe portato a trattenere entrambi in quel paese, dove la figlia sarebbe stata costretta, nella migliore delle ipotesi, ad annullarsi nell’oscurantismo ed il figlio chissà..ed appare ancor più grottesco lo scimmiottamento del celebre slogan kennedyano (“non devo chiedermi cosa questo paese può fare per me ma cosa posso fare io per il mio paese” si può ascoltare nell’audio della sua conferenza stampa ) quando si parla di persone che provengono da nazioni nelle quali regna la violenza più brutale, l’intolleranza più assoluta, nelle quali manca la possibilità di una vita dignitosa non solo dal punto di vista econoico ma anche e soprattutto da quello dei diritti umani. Ciò che colpisce (non da oggi) nell’atteggiamento del ministro è l’arrogante sicumera delle sue dichiarazioni. Una cifra che per altro sembra appartenere a tutto questo esecutivo ed a tutta questa maggioranza. Il dubbio non esiste. L’umanissima errata valutazione men che meno. Questo atteggiamento che preoccupa e irrita (a seconda delle sensibilità) diventa però intollerabile davanti a vicende come quella di Cutro. La nota ministeriale, sferrata con imponente prosopopea in tempo reale davanti alle accuse di omesso soccorso lanciate da un medico in diretta tv la sera di domenica (un ex poliziotto da tempo impegnato in azioni di salvataggio, non un agitatore di piazza), le parole pronunciate il giorno dopo, la conferma di scelte come quelle contro le ONG dettate solo dall’ideologia (seppure all’interno di un fenomeno certamente da regolarizzare) considerato che le demonizzate organizzazioni umanitarie trasportano non più del 10/11% dei migranti che costantemente sbarcano sulle nostre coste e dunque solo una impostazione ideologicamente orientata può sostenere che questo sia il problema, tutto ciò testimonia di un atteggiamento complessivo che certamente solletica “la pancia” dell’elettorato più conservatore (parte del quale, chissà in base a cosa, si spaccia pure per cristiano) ma che lascia almeno interdetti. Da domenica sera e per 48 ore non ricordo di aver sentito una sola parola di umana pietà accanto ai proclami, non ho memoria di tweet non dico angosciati ma almeno solidali verso esseri umani che stavano fuggendo da dittature spietate. Ora, secondo quanto ci siamo abituati a vedere dal 25 settembre: retromarcia ! Ma niente potrà cancellare la nostra vergogna per quell'atteggiamento e niente ci può garantire che non si ripeta, identico e spudorato, al prossimo allarme in mare.