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Un generale dei parà razzista e omofobo. Ma dai, chi l’avrebbe mai detto ? E’ singolare questa collettiva “caduta dal pero” davanti alle frasi contenute nel libro del generale Vannacci dal momento che è cosa nota e risaputa che in quel corpo speciale ( e nei “cugini” del Battaglione San Marco) certe idee circolano da sempre o, se volete, non hanno mai smesso di circolare dalla data della loro fondazione (1941). Chiunque viva in Toscana ha sentito narrare degli scontri degli anni ’70 e’ 80 tra i “rossi” livornesi ed i giovani paracadutisti in libera uscita con velleità nostalgiche sbandierate con l’incoscienza dei vent’anni tra le vie della città labronica. Basta conoscere ,direttamente o indirettamente, qualcuno che in quel Corpo abbia prestato servizio di leva per avere conferma che i valori riconosciuti come fondanti all’interno di quella struttura siano la forza, il superomismo, il rispetto ferreo della gerarchia ed il senso di superiorità su tutti gli altri. Non poteva certo esserne indenne uno che in quell’ambito ha guadagnato i galloni di Generale  e che davanti alle critiche che si sono scatenate in seguito alle sue affermazioni razziste, omofobe, antifemministe, ha ritenuto opportuno rispondere ( con riferimento al passaggio in cui dichiara che gli omosessuali non sono “normali”) che anche lui non è uno “normale” perché si considera uno “speciale”.  Insomma questo gran polverone agostano evidenzia ancora una volta la già più volte avvenuta scoperta dell’acqua calda.  Semmai v’è da chiedersi perché proprio ora ? Perché proprio in questi mesi si moltiplicano certe uscite da quella di La Russa su via Rasella  alle sempre imbarazzanti performances  di Galeazzo Bignami , dalla sparata di De Angelis a questa autoproduzione letteraria della quale le biblioteche potevano  fare a meno?  Idee e considerazioni che sono circolate e che circolavano da sempre in ambienti oggettivamente estremisti vengono gettate nell’agone del dibattito pubblico generando zuffe, prese di posizione varie ed assortite ma soprattutto facendo con costanza certosina passare un messaggio di rilettura, di dubbio, di possibile rivisitazione di certezze sociali e storiche ormai date per acquisite. E’ una domanda che la Presidente del Consiglio ed i suoi fidi non possono eludere se davvero, come parrebbe nelle uscite internazionali, si pensa di fare dell’attuale maggioranza la rappresentazione della parte moderata e conservatrice del paese e non la culla di revanscismi fuori di luogo e di decenza. Va da sé che sarebbe un passaggio decisivo per portare questo paese verso un confronto produttivo abbandonando la mania della verbosità d’assalto ( da un lato e dall’altro della barricata) che ha sempre due effetti; uno primario che è quello di ignorare la realtà e lasciare i problemi veri esattamente dove stanno, ed uno secondario che consiste nell’ aprire varchi agli intrallazzatori di professione adusi con inesauribile faccia tosta a calzare più scarpe nello stesso piede. Senza un forte distinguo, senza cercare sempre la soluzione sottobanco a tarallucci e vino ( come per De Angelis, ad esempio), non posso scacciare dalla mente le parole di un brano di Gaber, sinistramente  profetiche una volta di più “L'infezione è trasmessa da topi usciti dalle fogne/Ma hanno visto abilissime mani lanciarli dai tombini/Son le solite mani nascoste e potenti/Che lavorano sotto, che son sempre presenti….”